Il tornado Zalone ha colpito ancora: più di 22 milioni di
incasso in tre giorni ed è già record. L’Italia parla, nel bene o nel male, del
suo film e le code al cinema sono interminabili. Ma il successo del comico
pugliese divide l’Italia.
Francamente, trovo esagerato tutto questo accanimento nei confronti di Zalone.
Il cinema italiano ha dovuto ringraziare i cine-panettoni per anni, prodotti
mediocri che però portavano soldi alle casse e che
permettevano alle case di produzione di andare avanti. Tuttavia, non è il caso
di Checco Zalone. Il comico pugliese, laureato in giurisprudenza tra l’altro,
non mostra una comicità spinta ed esageratamente volgare. Zalone, dietro a semplici
battute, riesce quasi sempre ad offrire ottimi spunti geniali e anche critici
nei confronti della situazione italiana attuale. Il comico pugliese è un
artista che riesce a mettere d’accordo un pubblico di ogni tipo e di ogni età e
gli elevati incassi lo dimostrano. Lo snobismo e le critiche a priori lasciano
il tempo che trovano. E’ chiaro che la gente al cinema voglia anche evadere e
sorridere e commedie come queste non possono che fare del bene al nostro
cinema. Il cinema non è fatto soltanto dai film d’autore. Non è colpa di Zalone
se i suoi film incassano e gli altri meno. Lo scandalo non è che “Quo Vado?”
incassa, ma che non incassano gli altri. Chi guarda “Quo vado?” si aspetta di
vedere il nuovo “La vita è bella” o un film divertente, con riferimenti alla
situazione italiana e una trama fluida e leggera?
Io ho visto “Quo vado?” e non
sono rimasto deluso.
Sono convinto che il cinema italiano viva troppo di mode.
E’ diventata, infatti, una moda criticare ed etichettare un film di Zalone come
un cine-panettone qualunque e io non ci sto. La comicità di Zalone non è
stupida. In un film Checco è riuscito a trattare tematiche come la
multietnicità, l’importanza del posto fisso, l’inciviltà italiana, la nostalgia
che proviamo nei confronti del nostro paese quando lo lasciamo, anche per gli
aspetti brutti.
Il cinema italiano sta cambiando, i prezzi dei biglietti aumentano e i prodotti
di nicchia spesso sono sacrificati a favore di film più leggeri che
accontentino grandi e piccini, critica e pubblico. I film d’autore, inoltre,
non sono più all’altezza del vecchio cinema italiano.
Sì, ho visto Zalone e non me ne vergogno affatto. Mi vergogno, invece, che non
ci sia spazio per altri film, di altro genere, che registrino questi numeri, mi
vergogno che il cinema d’autore italiano si sia indebolito tantissimo e mi
vergogno tremendamente, infine, che una famiglia non possa andare al cinema per
il costo alto del biglietto. Penso che prima di vergognarci dell’incasso di
Zalone dovremmo soffermarci più su questi ultimi aspetti e su quelli che hanno
permesso alle sale cinematografiche di svuotarsi.
Di Francesco Sciortino
"Quo Vado?" I motivi per cui dovremmo andare fieri di Zalone
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